Auto a guida autonoma, cosa prevedono le five classi – Tom – s Hardware
Auto a guida autonoma, cosa prevedono le five classi
Si fa un gran parlare ultimamente di auto a guida autonoma e nei prossimi anni questo accadrà con sempre maggior frequenza. Tuttavia alla discussione si accompagna anche una generale confusione sul concetto stesso di auto a guida autonoma, sulla sua definizione e sulle sue caratteristiche e capacità, accostando spesso prodotti con capacità e tecnologie molto differenti. In realtà però la normativa è molto chiara in merito, organizzando tutti i veicoli in cinque livelli o classi, di cui adesso andremo rapidamente a vedere le principali caratteristiche.
In realtà la SAE (Society of Automotive Engineers), di classi ne ha stabilite 6, ma dato l’argomento ci interessano quelle che vanno dalla one alla Five, visto che la prima, la classe 0, definisce sostanzialmente le automobili la cui guida è totalmente affidata al pilota. In questa categoria rientrano ovviamente tutte le automobili prodotte in passato e fino a tempi recenti, diciamo fino ai primi anni two thousand e più in generale quelle economiche prive di supporti elettronici alla guida o al parcheggio. un concetto di mobilità ormai destinato a scomparire.
In questo livello rientrano tutte le auto che lasciano al guidatore il completo controllo, ma che sono dotate di sistemi tali da fornire analisi sulla situazione o assistenza in casi limite. Per comprenderci basta fare due esempi: l’Six pack, che impedisce il pericoloso blocco delle ruote, a prescindere da come l’autista stia frenando, il cruise control, che consente di mantenere una data velocità di crociera senza dover tenere il piede sull’acceleratore, o ancora tutte le tecnologie di park assist e di rilevamento della corsia.
Un esempio di automobile di livello two l’avrete sicuramente visto tante volte in alcune recenti pubblicità: sono quelle auto in grado di intervenire autonomamente, solitamente su frenata e accelerazione, nel caso in cui sia rilevato un pericolo o comunque le impostazioni lo prevedano. Sono un esempio di questo tipo di automobili quelle in grado di evitare una collisione grazie a sistemi di frenata di emergenza, quelle capaci di mantenersi all’interno di una corsia rilevando i limiti della carreggiata o quelle che possono regolare accelerazioni e frenate per mantenere la velocità media impostata, seguendo dinamicamente la densità del traffico. Direzione e controllo del traffico restano comunque sempre escluse e sotto diretta responsabilità dell’autista.
Questo è considerato il primo livello di una vera automazione. In questo caso i sistemi dell’auto sono in grado di sostituire pienamente l’autista nel controllo del veicolo per eseguire determinate manovre. L’autista comunque dovrà restare sempre vigile e pronto in ogni istante a subentrare nel controllo dell’automobile in caso di pericolo. In ogni caso questi sistemi possono prendere il controllo dell’auto solo in determinate situazioni, ad esempio in autostrada o appunto in fase di parcheggio, ma certamente non nel bel mezzo del traffico cittadino.
In questo caso si intende un’automobile capace per l’intero tragitto, in città come in autostrada, di monitorare e “comprendere” l’ambiente circostante grazie a sensori di vario tipo tra cui telecamere e sistemi Lidar e a un computer di bordo in grado di elaborare la mole di dati ricavandone istruzioni di guida dettagliate. Il pilota resta comunque in ogni istante in grado di riprendere il controllo dell’auto ma quest’ultima può controllare tutti i parametri principali come accelerazione, frenata e direzione, anche nel caso in cui un’autista non risponda appropriatamente a una richiesta di intervento. Al momento non esistono in commercio auto di questo tipo. Un buon esempio infatti è costituito dalla Google Car che però, per circolare, ha bisogno di particolari permessi ed è comunque ancora in fase sperimentale.
Questo è il Santo Graal dei produttori di auto, il traguardo a cui tutti tendono, ma che per il momento è ancora assai lontano. Parliamo infatti di un’automobile in grado di selezionare da sola il percorso migliore a seconda delle istruzioni impartite dal proprietario, ma soprattutto capace di regolare automaticamente velocità, frenata e direzioni in qualsiasi condizione di strada e di traffico, non richiedendo mai, in alcun caso, alcun tipo di intervento diretto da parte di un essere umano.
A differenza di quanto molti pensano, le attuali Tesla appartengono appena al livello two o possono essere considerate a cavallo tra il two e il Trio, come del resto accade anche alle BMW di ultima generazione, in grado di eseguire in completa autonomia le manovre di parcheggio. Di fatto comunque attualmente sul mercato non ci sono automobili pienamente ascrivibili al Livello Trio così come stabilito dalla SAE, dudes che meno modelli appartenenti ai Livelli four e Five. Potenzialmente le Tesla Hardware Two, quelle cioè attualmente in produzione, dovrebbero appartenere al Livello five (dopo che sarà stato distribuito l’aggiornamento ad Autopilot 8.0), ma questo è ancora al di là dall’accadere. Prima infatti i legislatori dei vari Paesi dovranno stabilire una normativa completa per quanto riguarda i temi della responsabilità in caso di incidente, della copertura assicurativa e dei dilemmi morali di fronte ai quali potrà trovarsi un veicolo a guida autonoma.
In ogni caso tutti i più importanti produttori di automobili sono impegnati nello sviluppo di automobili a guida autonoma, da FCA, che ha avviato una collaborazione con Google, a Volvo, fino ad Audi e Ford. Quest’ultima in particolare sta puntando con decisione all’introduzione di auto di Livello four già nel 2021, saltando del tutto il Livello three e per questo recentemente ha investito ben one miliardo di dollari in una startup sconosciuta, Argo AI, fondata però da ex dipendenti Google e Uber.