Le automobili a guida autonoma saranno veramente sicure? Carglass®, La qualità inizia dalla sicurezza

Le automobili a guida autonoma saranno veramente sicure?

Gli analisti stimano che entro il two thousand thirty i veicoli a guida autonoma potrebbero rappresentare fino al 60% delle vendite di auto negli Stati Uniti. È fantastico! Ma i veicoli a guida autonoma sono fondamentalmente dei computer su quattro ruote e questo pone qualche problema inquietante: i computer vanno in crash piuttosto spesso e sono anche continuamente soggetti a pirateria informatica. Quindi è lecito chiedersi: “le automobili a guida autonoma saranno veramente sicure?”.

La risposta, in sintesi, è No. I veicoli a guida autonoma non saranno mai veramente sicuri, ma saranno certamente più sicuri!

Tanto più sicuri che vale la pena approfondire l’argomento per capire perché.

Gli esseri umani sono molto pericolosi

Secondo l’americana National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA), il 90% di tutti gli incidenti stradali può essere attribuito ad un errore umano. Le infrazioni più frequenti rilevate in Italia sono l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida (44% del totale). Inoltre, gli automobilisti «distratti» si mettono talvolta alla guida in stato di ebbrezza (17.867 casi su 1.396.910 controlli nel 2016, -2%) oppure sotto l’effetto di sostanze stupefacenti (1.245 casi, +6%).

Eliminare l’errore umano dall’equazione della sicurezza alla guida si traduce inequivocabilmente nella riduzione degli incidenti stradali (73.836 in Italia nel 2016, +0,8%) e quindi nella significativa riduzione di morti (1.620, -4,5%), oltre a ridurre drasticamente anche il numero di feriti gravi associati a incidenti stradali (50.472, +0,7%). Dati: Polizia di Stato.

I numeri cominciano a fare statistica

Lo scorso maggio, il 40enne Joshua Brown è morto in un incidente stradale in Florida mentre era al volante di una Tesla con il sistema Autopilot® (sistema di assistenza alla guida) inserito. È stato il primo incidente grave di questo tipo e il “caso” provocò un sollevamento popolare contro la «guida autonoma».

Premesso che il sistema Autopilot® non è un sistema di guida autonoma, ma un assistente alla guida che presuppone l’attenzione – ed il controllo – da parte del guidatore in ogni momento, la notizia (spesso distorta) che l’auto a guida autonoma aveva causato la morte di un automobilista, fece il giro del mondo in un batter d’occhio. Le critiche verso Tesla per aver adottato tecnologie di assistenza alla guida troppo avanzate e troppo velocemente si sono sprecate. Nonostante l’opinione diffusa che la morte di Joshua sia stata causata dall’Autopilot®, così non è.

L’indagine condotta dalla NHTSA ha rivelato che “non è stato identificato alcun problema di sicurezza” sulla Tesla del malcapitato Joshua. In altre parole, la macchina non ha causato l’incidente. Ma c’è di più. La relazione della NHTSA ha concluso: “I dati dimostrano che il tasso di incidentalità dei veicoli Tesla è sceso di quasi il 40% dopo l’installazione del sistema «Autosteer» (sterzo automatico)”. In realtà, sebbene la morte di Joshua Brown sia tragica e senza precedenti, l’indagine ha evidenziato una semplice verità: i veicoli a guida semi-autonoma fanno molti meno incidenti di quelli guidati dagli esseri umani.

Che cosa si intende per “Sicura”?

L’adozione obbligatoria di sistemi di sicurezza come Six pack (anti bloccaggio dei freni), ESP (sistema elettronico di stabilità) e più recentemente AEB (assistente elettronico alla frenata di emergenza) ha contribuito a ridurre l’incidentalità e la mortalità sulle strade. Tutte le istituzioni sono d’accordo sull’efficacia di questi sistemi ed i numeri non fanno che confermarlo. Ma la definizione di «sicura» per un’auto a guida autonoma resta da definire. Si stima che per essere definita «sicura», un’auto a guida autonoma dovrebbe percorrere oltre four hundred milioni di chilometri (o 400.000 km per 1.000 vetture, se preferite) senza incidenti. Al momento dell’incidente fatale di Joshua (maggio 2016) i proprietari di auto Tesla aveva percorso poco più di two hundred milioni di chilometri in modalità di guida assistita Autopilot®.

La fase di transizione verso la guida autonoma

Nel mese di aprile 2016, Ford, Alphabet, Lyft, Volvo, e Waymo hanno creato l’associazione «Self-Driving Coalition for Safer Streets» per “lavorare con i legislatori, i regolatori e il pubblico al fine di ottenere sicurezza e benefici sociali dall’adozione di veicoli a guida autonoma”. Avranno un bel po’ di lavoro da fare, ma questa è certamente la strada giusta.

Le auto a guida autonoma devono essere addestrate

A gennaio di quest’anno, il patron di Tesla Elon Musk ha annunciato attraverso Twitter che il software di tutte le vetture Tesla in circolazione dotate dell’Autopilot® versione Two.0 era stato aggiornato con la modalità Shadow (Ombra). Ciò ha permesso di raccogliere preziose informazioni per confrontare le decisioni prese da conducenti in carne ed ossa rispetto a quelle che avrebbe preso il sistema “ombra” di guida autonoma della vettura dotato di Intelligenza Artificiale (AI). Una specie di allenamento dell’intelligenza…artificiale. L’industria automobilistica e diversi giganti tecnologici stanno lavorando sempre più velocemente per portare i veicoli a guida autonoma nelle concessionarie il prima possibile. L’unico modo per accelerare questo processo è la condivisione delle informazioni. È quanto già annunciato dalla cinese Baidu che lancerà, a partire dal prossimo luglio, “Apollo” il progetto open source per il controllo dei veicoli, calcolo della traiettoria, riconoscimento degli ostacoli e gestione dei sistemi di guida.

Pirati di macchine

A settembre dello scorso anno, dei ricercatori cinesi hanno scoperto alcune “vulnerabilità di sicurezza” sulla Tesla Model S riuscendo ad accedere ai sistemi di controllo della vettura da remoto. Questo è certamente un problema da non sottovalutare, ma la protezione di dispositivi elettronici connessi è una battaglia senza fine. Un fronte sul quale non si può abbassare la guardia, certo, ma nemmeno arrendersi a priori.

Per quanto riguarda la possibilità che il computer che controlla la nostra auto a guida autonoma si blocchi, sì, è possibile, ma accadrà così di rado che – numeri alla mano – sarà comunque significativamente più sicuro un veicolo a guida autonoma al volante di qualsiasi essere umano.

La paura e la valutazione dei rischi

Alcune persone hanno paura di volare. Quando si evidenzia il fatto che volare è di gran lunga la forma più sicura di trasporto, la risposta è sempre del tipo: “Ma quando un aereo si schianta muoiono tutti!”. Gli esseri umani non sono molto bravi a valutare il rischio. Se le nostre auto non avessero un pedale dell’acceleratore, un pedale del freno o il volante, ci sentiremmo impotenti. E se si bloccasse d’improvviso mentre stiamo viaggiando? Potremmo morire… Ma, numeri alla mano, decine di migliaia di persone non moriranno e non resteranno ferite a causa della guida autonoma, in quanto questa sarà molto più sicura rispetto alla guida umana. Certo, la statistica sarà una magra consolazione per quei pochi che subiranno comunque un incidente, per quanto raro possa diventare, ma è anche vero che se si ragiona ad un livello politico più alto e si devono prendere decisioni a tutela della società in generale, non si può negare che le migliaia di vite umane salvate ed i milioni di feriti in meno siano la scelta giusta.

Inutile considerare scenari assurdi come «l’auto killer» che deve scegliere se investire dei passanti oppure farvi schiantare contro un muro. Per lo stesso principio per il quale l’AEB frena quando siamo distratti, evitando di tamponare la vettura che ci precede, allo stesso modo i sistemi di guida autonoma eviteranno il crearsi di situazioni critiche di questo genere. E comunque, se avessimo il comando della vettura non saremmo comunque in grado di prendere una decisione consapevole in tempo utile per reagire e nel frattempo avremmo probabilmente già investito i passanti mentre stavamo ancora pensando a cosa fare.

Cosa ci aspetta?

Entro il two thousand twenty saranno lanciati non meno di ten modelli di auto dotati di sistemi di guida semi-autonoma di livello three e poi four (guida completamente autonoma, anche in città). Già oggi ne circolano diverse centinaia di esemplari «sperimentali» in tutto il mondo. Siamo all’alba di una rivoluzione della mobilità individuale e non c’è da stupirsi se fra qualche anno ci vorrà una speciale patente per guidare «manualmente» un’automobile oppure se sarà vietato farlo su alcune tratte autostradali perché l’elemento umano rappresenterà un pericolo troppo grande per le carovane di veicoli autonomi.

Con un po’ di fortuna, pessimisti e burocrati si arrenderanno (presto o tardi) e saremo tutti molto più sicuri. Poi magari andremo a guidare in appositi circuiti dove la guida autonoma sarà bandita. Così, per il gusto di guidare!

Articolo scritto da Alfonso Rizzo – Direttore Ruote in Pista ed Autolink News

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